AGROPONICA con l’ENI a San Donato Milanese: ma l’ACQUAPONICA ROBOTIZZATA è il futuro

Fabrizio Fantini • 30 luglio 2025

Un sistema agricolo che richiede un consumo idrico significativamente inferiore rispetto alle metodologie convenzionali: questo è il principio cardine della nuova serra aeroponica che Eni ha inaugurato presso il proprio centro di ricerca a Bolgiano, nel comune di San Donato Milanese.  Il progetto coniuga tecnologia, sostenibilità e welfare aziendale, integrando la produzione agricola direttamente nel contesto aziendale e anticipando, al contempo, uno dei futuri paradigmi alimentari. L'impianto, frutto della collaborazione con Agricooltur e Dussmann Italy, rappresenta un'innovazione assoluta in Italia nel settore della ristorazione collettiva. Ciò non è attribuibile unicamente all'adozione di soluzioni altamente automatizzate e gestite da remoto, ma anche alla sua concezione rivoluzionaria: coltivare insalate, micro-ortaggi e piante aromatiche in prossimità delle cucine e dei ristoranti aziendali, per un consumo immediato, esente da imballaggi, trasporti o sprechi.

La tecnologia aeroponica si fonda su un'innovazione dal potenziale elevatissimo: le piante crescono al di fuori del suolo, con le radici sospese nell'aria e nutrite da una nebulizzazione precisa di acqua e sostanze nutritive. L'ossigenazione è ottimale, l'impiego di fertilizzanti è minimo               e quello di pesticidi è pressoché nullo. Il risparmio idrico è considerevole, con una riduzione dei consumi d'acqua che raggiunge il 98% rispetto all'agricoltura tradizionale. 

Per Eni, il progetto riveste una triplice valenza: ambientale, sociale e industriale. Ambientale, in quanto si inserisce in una più ampia strategia          di decarbonizzazione. Sociale, poiché mira a elevare la qualità della vita dei dipendenti, fornendo alimenti freschissimi e salubri. Industriale,          in quanto costituisce un modello replicabile, capace di ispirare altre aziende, enti e comunità.

Giuliana Carbone, responsabile Welfare & People Services di Eni, dichiara: "Abbiamo optato per questo metodo innovativo per la nostra serra aziendale in quanto coniuga tecnologia, innovazione sostenibile e attenzione al benessere delle persone". Aggiunge inoltre: "Partendo dal territorio di San Donato Milanese intendiamo sensibilizzare la popolazione all'utilizzo responsabile delle risorse naturali, ma anche incentivare l'adozione di sistemi produttivi efficienti e tecnologicamente avanzati". La serra sarà altresì accessibile al pubblico, grazie alla collaborazione con il Comune di San Donato, divenendo uno spazio visitabile dalle istituzioni scolastiche. Sarà un luogo dove toccare con mano le opportunità offerte dall'agricoltura 4.0, ma anche per riflettere su consumi, impatti ambientali e nuovi stili di vita. Dal punto di vista strategico, l'iniziativa si inserisce in una visione ampia: non esiste una singola tecnologia per affrontare la transizione energetica, ma è necessario un mix di soluzioni adattabili e sinergiche.

La serra di Bolgiano costituisce, pertanto, un tassello di un mosaico variegato. Con oltre 1.000 ricercatori e sette centri di ricerca in Italia, Eni sviluppa diverse soluzioni tecnologiche connesse all'efficienza energetica e alla decarbonizzazione. Il Centro Ricerche di Bolgiano, inaugurato nel 1985, è un polo di avanguardia scientifica dedicato alle tecnologie per l'utilizzo delle risorse naturali, per lo sviluppo di nuovi processi industriali e per la formulazione di prodotti per la mobilità sostenibile, oltre che per la ricerca su tematiche ambientali. Più recentemente, il Centro si è focalizzato su attività inerenti alla decarbonizzazione, quali la cattura, lo stoccaggio e la conversione di CO2, e i biocarburanti avanzati. Per quanto concerne i biocarburanti, Eni si concentra sullo sviluppo e sull'ottimizzazione dell'intera filiera per la decarbonizzazione del settore dei trasporti.

La collaborazione con Agricooltur, azienda torinese fondata nel 2018, si inserisce in un'altra direzione che Eni sta perseguendo con determinazione. Agricooltur ha infatti brevettato un sistema di vertical farming ad alta efficienza, basato su coltivazioni fuori suolo e ambienti a clima controllato, con soluzioni modulari adattabili a diversi contesti: mense, scuole, ristoranti, hotel, ma anche progetti residenziali e comunitari. 

Nel caso specifico di Eni, l'impianto include una zona di germinazione, linee di coltivazione aeroponica e un sistema intelligente che regola luce, temperatura, irrigazione e nutrienti. L'intero sistema è stato realizzato anche con materiali riciclati e recuperati, in linea con i principi dell'economia circolare. E non si tratta unicamente di insalate: le coltivazioni comprendono micro-ortaggi come rucola, porri, cavolo rosso e ravanelli, oltre a piante aromatiche come il basilico. Prodotti vivi, con radici intatte, pronti per essere raccolti al momento del consumo. Inoltre, le eccedenze produttive saranno messe a disposizione dei dipendenti, i quali potranno acquistarle per il consumo domestico.

Per Eni, l'agricoltura hi-tech rappresenta quindi una delle leve per ridisegnare i modelli produttivi, unitamente ai biocarburanti, all'elettrificazione e alla digitalizzazione dei processi. Non si tratta solamente di coltivare piante, si potrebbe affermare parafrasando lo spirito del progetto, ma di coltivare una cultura aziendale in cui l'innovazione sostenibile costituisce uno strumento concreto di benessere, efficienza e competitività.


Il nostro team di R&D ritiene che il modello di ENI sia già superato e che il futuro dell’agritech siano gli impianti di
ACQUAPONICA ROBOTIZZATA 

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